Intervista a Rosa Tiziana Bruno
a cura degli alunni della classe I media del Lycée International di Saint Germain en LayeBuongiorno Sig.ra Bruno,
siamo gli alunni della classe I media, Sezione Italiana del Lycée International di Saint Germain en Laye. Dopo aver letto il suo libro “L’ultimo gladiatore di Pompei” vorremmo intervistarla.
Come è nata la storia di Tito e Lucilla? Dove ha trovato l’ispirazione?
Tutto nasce dalla mia grande passione per la Storia. Quando avevo la vostra età sognavo di diventare un’archeologa e mi immaginavo a scavare nei luoghi più remoti, in ricerca di indizi sulle antiche civiltà. Con il tempo ho scoperto che esistono molti modi di indagare il passato e di viaggiare nel tempo. La letteratura è uno di questi.
Scrivere un romanzo storico significa innanzitutto studiare, per raccogliere informazioni, ma anche saper immaginare, per ricostruire quel che ancora non sappiamo. Insomma, è molto divertente! Mi entusiasmava immedesimarmi nello stato d’animo delle persone che duemila anni fa si trovarono sotto un’incredibile pioggia di fuoco. E così, a dispetto di tutte le difficoltà, ho voluto provarci.
Ha visitato le rovine della città di Pompei?
Certo, molte volte, anche perché abito nelle vicinanze. Sono nata, pensate un po’, proprio alle falde del Vesuvio!
Come si è documentata su questa epoca storica? È stato un lavoro che ha richiesto molto tempo?
In effetti questo romanzo ha richiesto tanto lavoro, soprattutto nella fase precedente la stesura. Più volte mi erano capitati tra le mani racconti storici pieni di stereotipi e credenze errate, scritti forse per dimostrare che in passato eravamo sprovveduti e “indietro” rispetto a oggi. Ma riuscire a viaggiare nel tempo richiede pazienza e soprattutto umiltà, perché per capire e conoscere devi prima ammettere di non essere superiore a nessuno, nemmeno a coloro che ti hanno preceduto di millenni e non sapevano ancora costruire navicelle spaziali. Studiare è faticoso, però, garantisco, è una fatica che fa un gran bene. Ho scoperto cose che mai avrei immaginato, ho trovato risposte a quesiti modernissimi e sperimentato la meraviglia dell’immobilità del tempo, che avanza veloce eppure resta fermo.
Perché la scelta di ambientare il romanzo nell’antichità?
La letteratura ci aiuta a riflettere sulla realtà, fuori e dentro di noi. E la realtà attuale diventa sempre più complessa. Non potremo mai capire tutto, questo è certo, ma intanto è importante accrescere le nostre conoscenze e la nostra capacità di riflessione, per sperare di riuscire a interpretare correttamente gli accadimenti in cui siamo immersi. La chiave per comprendere il presente si trova nel passato, la Storia può aiutarci a capire molte cose di noi e del mondo in cui viviamo. Per questo adoro i romanzi storici, da sempre.
A chi si è ispirata per creare i personaggi principali? Qual è il suo personaggio preferito?
Come accade ogni volta che scrivo un romanzo, anche stavolta mi sono ispirata a quel che vedo intorno a me, ai sentimenti che popolano gli animi delle persone che incrocio e ai miei ricordi di infanzia. E non ho un personaggio preferito, sono tutte mie creature, fanno parte di me, non riuscirei ad amarne alcuni più di altri. Però posso citare uno dei passaggi che preferisco:
«Se scacciamo un padrone, al suo posto ne verrà un altro. Ma se impariamo ad amare avremo la vittoria per sempre. L’amore annulla ogni schiavitù perché fa dello schiavo il fratello del padrone. Credimi, questa è la vera rivoluzione»
Le piacerebbe vivere all’epoca di Tito e Lucilla? O in quale altra epoca storica le piacerebbe vivere?
Temo di non saper scegliere! Mi piacerebbe esplorare tutte le epoche, sono convinta che ovunque nel passato ritroverei pezzi di me e scoprirei al contempo cose nuovissime.
Quanto tempo ha impiegato per scrivere questo libro?
Per l’approfondimento degli accadimenti storici ho studiato circa otto mesi e altri due, più o meno, li ho impiegati per scrivere il romanzo. Ma è stato un tempo leggero, sempre quando fai qualcosa che ti piace il tempo passa in fretta.
In questo periodo di confinamento a seguito del Covid-19 sta scrivendo un altro romanzo per ragazzi?
In realtà non sto scrivendo storie nuove, ma sto ritoccando dei racconti che ho completato nei mesi scorsi. Spero di potervi dare presto la notizia dell’avvenuta pubblicazione, così festeggeremo insieme la nascita di nuove avventure letterarie.
Quando ha cominciato a scrivere libri per ragazzi e cosa le piace di più della sua professione?
Ho cominciato a scrivere storie all’età di otto anni, la mia prima scrittura fu una sceneggiatura teatrale scritta a quattro mani con un bambino mio coetaneo. E da allora non ho più smesso, perché inventare storie è il gioco più divertente che ci sia!